Attacchi di Panico
L'attacco di panico è un episodio acuto d'ansia caratterizzato da tensione emotiva e terrore intollerabile che interferisce con la capacità di organizzare il pensiero e l'azione. Sensazioni tipiche sono il timore di morire o di impazzire, il vissuto di soffocamento, imprigionamento, la paura di perdere il controllo. All'attacco di panico possono associarsi fenomeni di depersonalizzazione (senso di estraneità a se stessi) e derealizzazione (vissuto dell'ambiente come irreale). Dal punto di vista fisiologico l'attacco di panico è accompagnato frequentemente da ipersudorazione, palpitazioni, tremore, difficoltà a respirare, pallore. Si esprime sempre come intensa reazione emotiva, legata o a un pericolo reale o a tensioni interne avvertite come minacciose. Come sintomo psicologico l'attacco di panico è causato da un'angoscia intensa nella quale la valutazione del pericolo rigurada qualcosa di cui, la persona che ne è colpito, non vuole prendere coscienza: qualcosa di cui si vergogna, qualcosa fonte di possibile umiliazione o il riconoscimento di qualcosa che per un motivo o per l'altro non può venire visto, affrontato o arrivare a coscienza. Nel trattamento dell'attacco di panico, oltre alle rassicurazioni spesso necessarie e all'eventuale uso di farmaci, la cosa importante perché avventa una vera e propria modifica strutturale è il permettere ai contenuti ideativi evitati o rimossi di poter accedere alla coscienza così da poter essere analizzati ed elaborati. In questo contesto gli attacchi di panico si rivelano come rappresentanti di un disperato tentativo di evitare di prestare attenzione a pensieri avvertiti minacciosi dall'individuo colpito da questa reazione incontrollabile di intensa angoscia. Nel panico tutto avviene in maniera improvvisa e repentina: prima tutto bene e poi un ondata di emozioni sembra travolgere tutto. Alla sconvolgente esperienza provata si aggiunge il timore che questo possa nuovamente succedere. Gli individui perennemente preoccupati si sottopongono ad esami medici alla ricerca di una causa specifica ed organica a cui poter far risalire la sintomatologia: in genere non viene trovato nulla e il medico riporta al paziente la diagnosi di attacco di panico.
Come molti sintomi psicopatologici, gli attacchi di panico "dicono qualcosa al paziente", richiamano all'attenzione . La crisi di cui si fanno portavoce può venire esplorata e divenire un momento di evoluzione, crescita e cambiamento importante in ambito familiare, relazionale, lavorativo, di progetto di vita. La psicoterapia diviene allora il contesto privilegiato in cui poter vedere, con l'altro quanto accade e trovare un senso a qualcosa che può divenire una sorta di aiuto, per quanto doloroso e fonte di timori e preoccupazioni, all'individuo che senza l'attacco di panico non avrebbe avuto la forza o motivi di affrontare nodi importanti della propria vita. La terapia psicoanalitica, che considera l'attacco di panico conseguenza di un disturbo dell'identità personale e della crisi di assetti difensivi, ha come scopo quello di agire a livello strutturale e non puramente sintomatico.
La cura della persona sofferente di attacchi di panico implica la necessità di lavorare in seduta sull'attacco di panico, invitando il paziente a descrivere le sensazioni le percezioni e pensieri che l'hanno preceduto e accompagnato focalizzandosi sulle occasioni in cui si è manifestato. E' indispensabile riconoscere la genesi dei sintomi, il contesto in cui si formano, e le immagini ad esso connesse. L'analisi durante la seduta di psicoterapia dell'esperienza traumatica rende l'esperienza significabile, pensabile, rendendo la crisi occasione di evoluzione individuale e motore del processo analitico.